In questi giorni, pur trattandolo come se fosse uno scarto estivo, la distribuzione cinematografica ci offre la possibilità di vedere al cinema un capolavoro di Mamoru Oshii, il seguito di “Ghost in the shell”, un capitolo fondamentale nella storia degli anime.
Sopportando il nuovo sottotitolo (“L’attacco dei cyborg”) al posto del piu’ filosofico “Innocence”, non ho potuto che apprezzare ancora di piu’ quest’opera, gioia per gli occhi e cibo speziato per la mente.
Scene notevoli, se non da antologia:
– lo sviluppo e la nascita del cyborg;
[Rappresentata abbattendo le differenze tra uomo e robot (concetto base di GITS2), la sequenza ripercorre con precisione magistrale gli stadi dello sviluppo embriologico umano, dalla prime divisioni cellulari (si vedono morula, blastula, gastrula) fino allo formazione del tubo neurale ed infine degli arti; l’evento è letteralmente immerso in un’atmosfera amniotica e lirica, grazie alla musica corale ed alle luci candide ed abbaglianti che si riflettono sulle superfici metalliche]
– la sequenza, che cita ovviamente Blade Runner, dell’atterraggio in città, dopo che i protagonisti hanno sorvolato immense cattedrali e quella successiva del carnevale, un tripudio di colori e di fantasmagorici dragoni;
– la scena nella villa in cui i protagonisti sono costretti a ripetere gli stessi gesti fino a che riescono a sfuggire all’infiltrazione dell’hacker nel sistema visivo, dopo aver corso il rischio di rimanere intrappolati nella rete e non distinguere piu’ realtà ed illusione (anche se in GITS2 anche questa differenza viene definitivamente demolita).
Punto negativo potrebbe apparire l’eccessiva verbosità di alcune scene, resa comunque necessaria dall’ambizione di realizzare un sincretismo, non solo visivo, tra tutte le teorie piu’ ardite sulla robotica moderna, intingendole nel nichilismo piu’ estremo (le vere vittime sono le ginoidi, che rese umane soffrirebbero degli stessi dolori esistenziali degli umani, condizione cui non ambiscono vivendo una sorta di felicità di stampo buddista; inoltre l’educazione di un bambino viene paragonata ad un progetto di programmazione artificiale).
La logorrea intellettualoide di alcune scene è pero’ impreziosita da giochi di parole che ricordano tanto, troppo, Shakespeare, in particolare Amleto, ma rendono i dialoghi (che citano Confucio, il positivismo, l’evoluzionismo, il concetto di uomo-macchina) assolutamente stimolanti.
C’è un dettaglio che forse ho notato io e pochi altri, tra cui qualche rabbino con la bava alla bocca per cadaveri di bambini Hezbollah, ma la scritta che animava il golem, anche secondo il sigillo del gesuita Kircher (uno dei piu’ importanti studiosi e realizzatori di sigilli e alberi sefirotici) è E-met o, per essere pignoli AE(dittongo)-met, non ae-maeth, come scritto sulle carte di fronte alla ginoide animata dallo spirito del Maggiore Motoko.
Inoltre nel film citano, parlando erroneamente di profezia, Jakob Green, che è colui che ha reso popolare la leggenda del Golem, che in realtà è di derivazione mittle-europea, poco condivide con l’ebraismo tradizionale, (v. “La kabbalah e il suo simbolismo”, G. Sholem), ed è piu’ antica, dato che risale al 1700, in seguito pre-datata al 1500.
Vi segnalo questo link esaustivo per gli interessati: http://www.scritturaimmanente.it/Praga/letteratura/golem.htm
Ciao, sono rimasto sbalordito da questo anime…Altissima qualità e storia molto complessa. Il problema è la base stessa dell’anime: l’intelligenza artificiale uguale a quella umana.
Mi permetto di criticare tale affermazione poichè per un anno e mezzo ho frequentato la facoltà d’Informatica (Scienze matematiche fisiche e naturali) di Palermo. Lì, grazie ad una materia chiamata fondamenti d’informatica (atta ad evidenziare i grandi limiti dell’informatica) e in particolare al Teorema della Fermata (http://it.wikipedia.org/wiki/Problema_della_fermata) che dimostra come non possiamo e nè potremmo mai affermare se un programma funzioni o meno, ho capito come il pc sia in effetti molto stupido. Un esempio ancora più lampante si ha con la stanza cinese (http://it.wikipedia.org/wiki/Stanza_cinese) dove in sostanza si vuole far capire che alla fine il pc esegue operazioni senza capire minimamente il senso. Nulla contro l’anime. E’ bellissimo, ma credo troppo paranoico.
Complimenti per il bolg.
PS: Anch’io sono ateo (Agnostico per la precisione), lo sono diventanto anche grazie a questo sito: http://zeitgeistmovie.com/
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@Nexso:
forse è bellissimo anche perchè troppo paranoico!
Grazie mille dei preziosi commenti: della serie non si smette mai di imparare!
Ora corro a leggermi i link…sperando di comprenderli! 🙂
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