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Peace is for pussies

The human centipede II (Full sequence)

Tom Six è un moderno Machiavelli della pornografia horror.

Prima fa breccia nell’immaginario collettivo con un’idea che assomiglia a un calcio in faccia, immette nel circuito horror il suo virus, si fa notare, anche pesantemente criticare e censurare, ma raggiunge lo scopo di farsi conoscere  oltre una nicchia, tanto da essere citato persino in una puntata di South Park.

Terminato il rumore sollevato dal suo “The human centipede”, che nessuno, me compreso, ha considerato in modo serio non intravedendo né talento né potenzialità, Six rilancia con il progetto di una trilogia.

Il terreno è spianato, la morbosità stuzzicata, pubblico e critici pronti a sbeffeggiarlo e a rispedirlo nel dimenticatoio.

E quando tutti sono inermi e si attendono un’altra dose di shock ipocritamente autocensurato o mal gestito, sfodera un uppercut di potenza tale da lasciare moralmente sfiancati e guadagnarsi come medaglia il vedere “The human centipede II” vietato nel Regno Unito dalla solita BBFC.

Il sequel rimane una dichiarata opera pornografica, traccia l’ultimo miglio dei torture-movie, quello che gli States non hanno mai avuto il coraggio di intraprendere, pur essendone i principali produttori e pur essendo già indietro di anni rispetto ad alcune produzioni orientali.

Six, privo di ogni scrupolo censorio e di ogni moralismo, ripulisce la sua tecnica grezza e fin troppo low-cost, dipinge il suo incubo in un ricercato bianco e nero, gioca col montaggio, si diverte a fare del post-moderno con se stesso (il protagonista è ossessionato da “The human centipede”) e come Haneke con “Funny games” punta il dito contro gli spettatori, ma invece dell’intellettualismo sceglie la ferocia, una risata beffarda con cui stordire le orecchie.

Desideravate davvero vedere tutto questo orrore? Eccolo rimaneggiato all’ennesima potenza e alla fine la vostra coscienza si sentirà lurida e guardona.

Se non vi interessa l’obiettivo scoperto di turbare rappresentando, e non solo suggerendo, tutto ciò che è pensabile, in un’operazione che per effetti gastro-intestinali rimanda a De Sade e Pasolini, spogliati di ogni velleità politica o culturale, è preferibile che evitiate la visione.

L’unica riflessione è sullo spettatore, sarcastica e ombelicale, il resto è orrore senza filtri e senza freni.

Ponendo al centro della trama Martin, interpretato da un inguardabile Laurence R. Harvey che in altri tempi avrebbe oscurato la fama di Peter Lorre, Six costruisce intorno a lui una storia di miseria famigliare, incesti, molestie da parte di psichiatri, millepiedi voraci tenuti come animali domestici, ventri deformi che piacerebbero a Greenaway, corpi ributtanti, teste fracassate.

Il ritratto esasperato e stereotipato di un nerd che ha un sogno di rivalsa e scopre una malsana ispirazione.

“The human centipede” non è più solo un film, improbabile e grottesco, ma diventa un progetto da realizzare su larga scala e, fatta strage di molestatori e parenti, a Martin non resta che metterlo in pratica per scoprire che l’implausibilità delle indicazioni del dottor Heiter e della pellicola si scontra con la realtà e il metodo per risolverla, come recita la tagline, è tanto efficace quanto chirurgicamente inaccurato.

Superate le discrete vette di sporcizia umana della prima parte del film, concluso il sequestro di una dozzina di umani all’interno di un magazzino, a Martin non resta che procedere, con una foga che sa di desiderio sessuale a lungo trattenuto e che si sfoga in uno stupro.

Tutto ciò che rimaneva fuori campo nel primo film, e che almeno veniva realizzato in modo ambulatoriale, ora viene messo in atto senza anestesia, con martelli che spaccano denti mentre il sangue inonda la bocca delle vittime, coltelli che segano rotule e legamenti ed aprono cavi orali, pinzettatrici che fissano gli elementi del centipede umano, con un ritmo senza sosta che segue la frenesia di Martin e non lascia il tempo di metabolizzare dettagli rivoltanti che si accumulano senza soluzione di continuità.

E come unica colonna sonora urla e disperazione di gruppo.

Quando si pensa di aver già visto l’improponibile e vorresti far sapere a Tom Six -questa volta hai colpito duramente la nostra morbosità annoiata e borghese, abbiamo imparato la lezione-, si è solo all’inizio di uno show-down in cui gli eventi si moltiplicano in modo parossistico da quando Martin costringe la donna alla testa del centipede ad ingoiare un grosso imbuto.

Esplosioni di liquami, ferite che si lacerano, melene incontenibili, cene di pasoliniana memoria in versione fast-food, lingue mozzate, la separazione violenta di metà del centipede e a corredo una donna incinta (la scena del parto in auto con traumatico e indescrivile decesso del bambino è uno degli apici grotteschi raggiunti da Six nel voler rimettere in campo l’osceno), sono solo alcuni degli elementi che ci vengono gettati in faccia senza pudore, con cattiveria estrema, senza neanche inciampare nel comico involontario, con una resa realistica dell’irrealistico che non può lasciare indifferenti, che non cerca una facile estetizzazione e abbandona l’autocompiacimento a favore di un teatro della crudeltà violento e martellante.

E non vergognatevi se per una volta avvertirete l’esigenza di coprirvi gli occhi.

Al termine di una sarabanda che ha pochi concorrenti anche nel panorama attuale, un’altra stoccata metacinematografica che sbeffeggia lo spettatore-Martin, l’equivalente di un Carmelo Bene che rivolto al pubblico urla -Voi siete merda!-.

E’ un lieto fine: è ancora solo un film.

4 commenti su “The human centipede II (Full sequence)

  1. Giapunk
    28/12/2011

    L’ho appena visto e mi è piaciuto molto.
    Il personaggio è fantastico, alcune volte fa anche pena anche se sai che è un assassino. Per me lui è un bambino che si diverte a giocare con gli insetti, c’è la scena in cui tutti defecano e lui si diverte facendo le pernacchie.
    Chi sa se mr. Six sta ha già in mente il terzo film, questa volta però deve osare di più, però non con il sangue ma prendendo per culo ancora di più lo spettatore, non basta sporcare il vetro della telecamera 🙂
    Io toglierei i titoli di coda, farei chiacchierate l’attore verso la telecamera e inizierei con qualcuno che guarda il secondo film!

    Grazie Lenny!

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  2. Bollalmanacco
    02/01/2012

    Non ho letto tutta la recensione per non togliermi la sorpresa.
    Il primo film mi aveva sconvolta, ma non in senso positivo. Una bruttura stupidissima, inguardabile.
    Ma è inutile, sono troppo curiosa di vedere a che estenti può arrivare il secondo!!

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  3. e abbiamo tutti visto la versione censurata, che ci ha lasciati orfani della vera mazzata finale, in cui il paviglianiti d’oltremanica non pago e non sazio, stupra il centipede dopo essersi infiocchettato il pipino con doppia mandata di filo spinato. six si è messo nella stessa posizione di un lynch dopo inland empire, noè dopo enter the void o spasojevic con srpski: sarà interessante vedere se supererà se stesso o farà tre passi indietro con tanti auguri.

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  4. emmeggì
    16/01/2012

    Hai detto bene, un’evoluzione decadente e mortale, alla De Sade pasoliniana…Ultraborghese e schifoso, insomma, meglio evitare per quanto mi riguarda.

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Questa voce è stata pubblicata il 24/12/2011 da in Cinema, Flussi di incoscienza, recensione con tag , , , .

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