Non vorrei scrivere in preda a un eccessivo entusiasmo post-visione, ma credo che Antiporno sia l’8 1/2 di Sion Sono. Abbandonata la strada narrativa di Guilty of romance, ne veicola gli stessi messaggi politici mettendoli maggiormente a fuoco, paradossalmente in una cornice astratta e concettuale, metacinematografica e allegorica ma mai criptica (sappiamo che Sono ama impartire lezioni ma sempre in modo lirico e non troppo pedante). La libertà nella gestione dei piani temporali che ricorda i bei tempi del primo Shimizu e l’estetica che si barcamena fra una passeggiata a Shinjuku e gli eccessi di Bruce la Bruce incorniciano l’apologo definitivo di Sono sulla falsa libertà della donna giapponese. Aspettatevi esplosioni di colori, ma non la redenzione.
Tratto da una manga, non narra una storia scritta da Sono ma potrebbe esserlo. Non esiste alcun regista che riesca farmi innamorare dei suoi personaggi come Sono, così vitali nella tragedia, così complessi e realistici. Storia di ragazzini che provano a sopravvivere pur circondati da adulti che susciterebbero ribrezzo anche se non fosse avvenuto il disastro nucleare dell’incipit a giustificare i loro atti di violenza. I giovani sono migliori degli adulti, ma rischiano a ogni passo di soccombere al rancore o alla follia omicida e all’incapacità di sognare, sognare anche una placida ordinarietà in una situazione estrema. Tra Requiem di Mozart e Adagio di Barber e, tifo empatico per i due bellissimi e puri protagonisti, non lo rivedrò mai più per non piangere di nuovo come un vitello. Consigliato a chi letto e ha amato Buonanotte Pun Pun di Inio Asano.
cerco Antiporno, su Himizu sono perfettamente d’accordo
(https://markx7.blogspot.it/2015/03/himizu-sion-sono.html)
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